La Sicilia punta sulla qualità

Sono già due i presidi di Slow Food per il pescato siciliano ma già altri prodotti sono in sala di attesa. Su 9 presidi Slow Food del Mediterraneo ben 2 sono siciliani. Accanto alla “Masculina da magghia” (acciughe, pescate con rete da imbrocco nel Golfo di Catania da piccole imbarcazioni di pescatori) e al “Sale marino artigianale” di Trapani, che già si sono conquistati il riconoscimento, è in pool position per diventare presidio di Slow Food la “Comunità della sarda di Selinunte”, una qualità che viene pescata sottocosta ed è particolarmente adatta per essere arrostita, ma anche la “Bottarga di Favignana”.

E’ con questi prodotti teste di serie ed altri ancora che il dipartimento Pesca dell’assessorato Regionale alla Cooperazione, ha partecipato, per la prima volta, con un proprio stand allo Slow Fish di Genova con il coinvolgimento di diverse imprese di settore.

Una partecipazione quella della Regione con un proprio stand che ha registrato un notevole numero di visitatori e grande interesse da parte degli operatori verso i prodotti della pesca siciliana.

“La Sicilia, – sottolinea l’assessore alla Cooperazione, Artigianato, Commercio e Pesca della Regione Sicilia, Antonino Bennati, – è oggi la prima marineria d’Italia e quindi ritengo doveva essere necessariamente presente ad un appuntamento quale è lo Slow Fish.

L’obiettivo di questa manifestazione non è solo quello di diffondere una gastronomia del pesce corretta e funzionale alla tutela delle risorse ittiche; ma si vuole anche parlare agli addetti ai lavori del settore, che di tali risorse sono i gestori e custodi”.

Una partecipazione, quella al salone all’educazione alimentare al consumo di pesce e alla salvaguardia della biodiversità, che la Regione Siciliana, fa a pieno titolo visto che ben il 50% di tutta la flotta peschereccia dell’isola ricade nel segmento produttivo artigianale. E ciò, nonostante il peso che la flotta siciliana rappresenta nel contesto nazionale: ben il 23% dei battelli operanti in Italia e il 33% del tonnellaggio impiegato nell’attività di pesca. A fronte di 15.627 battelli italiani e dei 9.487 delle regioni obiettivo 1, la Sicilia ne ha ben 3.733.

Inoltre, la Sicilia nella distribuzione dei battelli per i sistemi di pesca, può contare su un rapporto ancora favorevole ai sistemi artigianali: 549 unità vengono impiegate per lo strascino (lo sfruttamento intensivo delle risorse ittiche dei mari), 78 pelagici, 121 per il tonno, 1.013 polivalenti e ben 1.972 di piccola pesca.

Numerose sono, infatti, le marinerie siciliane che mostrano un elevato livello di dipendenza sociale ed economica dall’attività svolta dalla piccola pesca. Buona parte della piccola pesca opera con attrezzi fissi (reti da posta, palangresi di fondo, nasse) su fondali non strascicabili. Di rilievo in Sicilia anche la flotta “palangriera” per tonno, pesce spada e ala lunga che costituisce il polo produttivo settoriale di maggiore importanza a livello nazionale.

La quasi totalità della pesca è concentrata nei due compartimenti marittimi di Trapani e Catania. Ma l’uso sostenibile delle risorse ittiche passa anche attraverso l’acquacoltura.

E quella siciliana, nell’ambito del sistema nazionale, rappresenta un importante polo produttivo sin da quando nei secoli scorsi, le saline del trapanese venivano utilizzate per l’allevamento di specie marine pregiate. Attualmente in Sicilia i più importanti impianti di specie eurialine sono in provincia di Siracusa, Agrigento e Palermo.

In tutto si contano 3 impianti a terra e 10 impianti in gabbia. Sul versante dell’industria di trasformazione è la provincia di Agrigento ad avere, con 30 unità produttive, il primato sul centinaio di imprese presenti nell’isola. Una forte concentrazione, una cinquantina di imprese, si trovano distribuite nelle province di Palermo e Trapani.

In quest’ultima provincia si lavora prevalentemente il tonno e i gamberi mentre a Palermo e Agrigento il pesce azzurro (acciughe, sarde,sgombri). “La Regione partecipa per la prima volta a questa importante vetrina del mondo della pesca e”, afferma il direttore generale del dipartimento Pesca della Regione Siciliana, Ignazio Marinese, “abbiamo registrato un notevole successo sia di pubblico che per i tanti giornalisti e gli operatori del settore che hanno visitato il nostro stand.

Pensiamo già alla prossima edizione allargando la partecipazione ad altri settori della pesca come l’ittiturismo e il pescaturismo”.

Quotidiano di Sicilia

Martedì 8 Maggio 2007

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