Aegades Grillo Erice DOC

Aegades Grillo Erice DOC

IL GRILLO IN PUREZZA

Aegades Grillo Erice DOC è un Grillo in purezza. Questo vitigno, a buon nome, fa parte della famiglia dei grandi autoctoni siciliani, addirittura alcuni esperti lo considerano come il bianco di maggior avvenire e più grandi futuri successi nell’enologia isolana. Le sue potenzialità e le sue caratteristiche già ora permettono di vinificarlo in purezza creando vini freschi, dagli intensi profumi, armonici , ben strutturati e capaci di soddisfare piacevolmente i più esigenti palati.
Dopo il catarratto il grillo è il vitigno più coltivato nelle campagne del trapanese, dove costituisce anche la base del marsala doc. Inoltre, i vari test effettuati ne dimostrano un’ottima resistenza alle ossidazioni e quindi una longevità interessante.

Il vino

Ma concentriamoci sull’ Aegades Grillo  Erice DOC 2011, il cui nome si ispira chiaramente al famoso arcipelago siculo occidentale. Le vigne sono in media collina sui 350 m, e sono state selezionate per dare il meglio per tipologia di terreno, altitudine, esposizione, e microclima conferitogli dalla vicinanza del mare. La vendemmia, alla corretta maturazione, avviene a mano e l’uva raccolta in cassette per evitare danneggiamenti. Tutti i processi iniziali in cantina sono a temperature molto basse per permettere fenomeni lenti affinchè il mosto si possa arricchire di tutte le caratteristiche dell’uva. Il vino sta in simbiosi con i lieviti per circa quattro mesi. A proposito dei lieviti, l’enologo Giacomo Ansaldi con una punta di soddisfazione ci racconta che tutta l’Azienda da circa 15 anni utilizza lo stesso lievito per i bianchi, oltre ad un altro per i rossi, selezionato in cantina e poi fatto riprodurre dalle aziende specializzate. Quindi anche i lieviti sono autoctoni. Poi altri quattro mesi di affinamento in bottiglia. Degustiamolo con i suoi 13° di alcol.

Caratteristiche

Il colore è giallo paglierino brillante. Al naso colpisce la potenza del suo bouquet: un cesto di frutta esotica, uno spicchio di mandarino, un grappolo di glicine e qualche viola. Si accompagna una interessante mineralità, una scintilla di pietra focaia e poi tanto mare, un salato che si fonde ed integra perfettamente col floreale e col fruttato. Al palato arriva una corrente di freschezza arricchita dalla giusta acidità; i sentori virano maggiormente verso la mineralità per poi finire in una lieve nota di piacevole amaro che resta lunghissimo. Il tutto condito da una complessa e magnifica armonia.

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