Category Archives:Olio

X Settimana nazionale dell’Olio – Ampolle d’Oro 2006

Grande successo di pubblico e di stampa per la cerimonia di inaugurazione della X Settimana Nazionale dell’Olio sabato 18 febbraio a Siena con la Regione Sicilia e i grandi extravergine dell’isola in primo piano.
L’evento ha visto la partecipazione in video dell’assessore Innocenzo Leontino che ha rivolto il suo saluto ai rappresentanti istituzionali e alle tante persone che hanno riempito la sala delle Lupe nello storico Palazzo Pubblico affacciato sulla Piazza del Campo, nel cuore della città del Palio.
Nell’occasione sono state consegnate le “Ampolle d’Oro 2006”, premi riservati a personalità pubbliche che si sono distinte per la promozione nel mondo dell’olio di qualità italiano e gli esclusivi “Premi del decennale”. Quest’ultimi sono andati all’attrice Isabella Ferrari, per la sua attività di artista nelle numerose interpretazioni televisive e teatrali, espressione della vocazione italiana alla qualità e alla bellezza, e al regista Ricky Tognazzi, per le pregevoli qualità d’artista e l’amore per l’enogastronomia e i prodotti dell’agroalimentare italiani.
A ritirare le “Ampolle d’Oro”, invece, c’erano Ciccio Sultano, grande e noto chef siciliano, premiato per la capacità di far conoscere dalla sua Ragusa la qualità della cucina mediterranea, valorizzando le proprietà dell’olio di oliva, i profumi, i sapori, le varietà dei prodotti siciliani, con la scoperta e la ricerca tipica di un artista di talento; l’ex ministro dell’interno tedesco Otto Schilly, cittadino di Siena legato altresì alla terra di Sicilia e la scrittrice e giornalista di storia e tradizioni Isabella Bossi Fedrigotti, per la capacità di testimoniare con le sue opere il legame, le radici, l’identità della sua terra, dove l’ambiente e la natura sono patrimonio antico della civiltà dell’uomo.

FONTE: Assessorato Agricoltura e Foreste

Sicilia ambasciatrice del made in Italy nel mondo con la Settimana Naz.dell’Olio

La Sicilia ambasciatrice dell’agroalimentare italiano con la Settimana Nazionale dell’Olio, la manifestazione organizzata da Enoteca Italiana e Associazione Nazionale Città dell’Olio, che si è aperta il 18 febbraio a Siena.
E proprio in occasione della cerimonia inaugurale l’onorevole Innocenzo Leontini, assessore all’agricoltura e foreste Regione Sicliana, in un videomessaggio ha affermato: “La Settimana Nazionale dell’Olio è un’occasione importante per la produzione oleicola siciliana perché ci pemette di valorizzare uno dei nostri tesori agroalimentari, consolidare la filiera olivicola e, al tempo stesso, la comunicazione e la promozione dei nostri extravergine di qualità. Da qualche anno stiamo promuovendo le produzioni agroalimentari siciliane legandole strettamente al territorio; e così siamo riusciti ad imporre anche in Sicilia la figura del “turista enogastronomico”, di colui che viene a vedere non solo mare e monumenti, ma anche a gustare la cucina e i prodotti agroalimentari di nicchia che la nostra isola riesce ad offrire. Ma questo legame forte tra produzioni e territorio si è spinto oltre ed è così che nel nuovo “Piano di sviluppo rurale” abbiamo previsto la creazione dei “distretti agroalimentari di qualità” e dei “distretti rurali”. E’ questa la nuova, grande scommessa che la Sicilia vuole affrontare, consapevole che solo la tipicità e il legame con il territorio potranno contrastare la globalizzazione”. A sottolineare l’importanza e il ruolo di prim’ordine alla Settimana nazionale dell’Olio per la Regione Sicilia anche il premio “Ampolla d’oro 2006” allo chef ragusano Ciccio Sultano che alla ricezione del premio ha affermato: “Accolgo questo premio con estrema soddisfazione perché mi rende ambasciatore della mia terra che, sul piano oleicolo, sta facendo enormi passi in avanti anche sulla scia del modello toscano. Questo riconoscimento è il frutto di un lavoro contraddistinto dalla qualità ma è anche l’impegno per la valorizzazione dell’olio come simbolo della mia terra nel mondo”.

FONTE: Assessorato Agricoltura e Foreste

Dopo la “Settimana del vino”, la Sicilia torna con la Settimana dell’olio

A questo prodotto, alimento base della dieta mediterranea, la Sicilia affida il compito di ambasciatore delle sue produzioni di nicchia per il 2006, dopo che il vino nello scorso anno l’aveva confermata Regione emergente dell’agroalimentare di qualità.
Da qualche anno stiamo promuovendo le produzioni agroalimentari siciliane legandole strettamente al territorio. E così siamo riusciti ad imporre anche in Sicilia la figura del “turista enogastronomico”, di colui che viene a vedere non solo mare o monumenti, ma anche a gustare la cucina ed i prodotti agroalimentari di nicchia che la nostra isola riesce ad offrire.
Questo legame forte tra produzioni e territorio, in Sicilia si è spinto oltre. E così nel nuovo “Piano di sviluppo rurale”, che conterrà le linee guida della nostra agricoltura per i prossimi 7 anni, abbiamo previsto la creazione dei “distretti agro-alimentari di qualità” e dei “distretti rurali”. I primi che comprendono aree geografiche omogenee per produzioni e tipicità delle stesse, al cui interno avviene tutto il processo di filiera, dalla coltivazione alla trasformazione; i secondi ancora più ampi, perché partendo dalle produzioni agricole, guardano all’economia di un territorio nel suo complesso.
E’ questa la nuova, grande scommessa che la Sicilia vuole affrontare, consapevole che solo la tipicità e il legame al territorio potranno contrastare la globalizzazione.
Ma sappiamo che il mercato vuole anche altro, vuole la sicurezza dei prodotti alimentari. L’anno appena passato ha sancito, in Sicilia, la nascita dell’Asca, l’Agenzia per la certificazione e il controllo dei prodotti agroalimentari, strettamente collegata con l’Autorithy europea che ha sede a Parma.
Ai mercati nazionali ed internazionali siamo in grado di offrire quindi prodotti “tipici” nel significato espresso prima, ma al tempo stesso “sicuri” : tipicità e sicurezza, provenienza da un territorio ricco di storia e cultura, ma anche garanzia di qualità certificata e controllata.

FONTE: Assessorato Agricoltura e Foreste

La raffinazione dell’olio

Gli oli da oliva “vergini”, ma appartenenti alle categorie dei correnti o dei lampanti, oppure “non vergini” come quelli di sansa, presentano difetti, alterazioni o parametri fisico – chimici fuori dai ranges degli oli extra-vergini o vergini e la legge li considera non commestibili.
Per diventare tali, quelli vergini correnti possono essere ‘tagliati’ mentre i vergini lampanti devono essere sottoposti a procedimenti di rettificazione detti anche di raffinazione.
Il termine di olio raffinato, viene pertanto attribuito agli oli che, dopo la loro estrazione dalle olive o dalle sanse, sono passati non solo attraverso i processi “meccanici” del frantoio, ma ne hanno subito anche altri di natura chimica e/o di fisica.
Questi consistono in trattamenti di disacidazione con soda, per ridurre l’acidità eccessiva, deodorazione con vapore in autoclavi a pressione ridotta, per togliere gli eventuali odori sgradevoli, decolorazione, per riportare il tono cromatico a livelli ‘normali’, demucillaginazione, ecc. che, nel loro insieme, consentono il recupero di prodotti altrimenti non utilizzabili.
A seconda dell’origine, si hanno rispettivamente l’ “olio di oliva raffinato” e l’ “olio di sansa raffinato” entrambi, legalmente ancora non commerciabili al dettaglio e, quindi, non commestibili.
Lo diventano dopo miscelazione con gli oli di una delle categorie dei “vergini”, purché “non lampanti” ed abbiano determinati i parametri chimico – fisici previsti entro certi valori.
Così, tagliando fra loro un “raffinato di oliva” con un “vergine” non lampante, si ottiene quello che la legge consente di chiamare “olio di oliva” ed altrettanto, miscelando un “olio di sansa raffinato” con uno dei tre “vergini” non lampanti, si produce l’ “olio di sansa e di oliva”, l’uno e l’altro divenuti commerciabili al dettaglio, e quindi anche commestibili, pur se la legge non indica per l’impossibilità di controllarle a posteriori, le percentuali di “raffinato” e di “vergine” partecipanti al taglio.

La Regione Siciliana ospite d’onore alla X edizione della “Settimana dell’olio”.

Festeggia dieci anni la Settimana Nazionale dell’Olio, la manifestazione organizzata da Associazione Città dell’Olio e Enoteca Italiana per la promozione dell’extravergine italiano e la valorizzazione dei territori dell’olio del nostro paese. La Sicilia sarà la Regione ospite d’onore per l’edizione 2006.
Palcoscenico d’eccezione per l’esordio del decennale, dedicato agli extravergine di Sicilia, sarà “Identità Golose”, la grande kermesse dell’arte in cucina, che ospiterà la conferenza stampa di presentazione della Settimana Nazionale dell’Olio mercoledì 1 febbraio 2006 (ore 12) nella Sala Blu di Palazzo Mezzanotte (Piazza Affari 6 – Milano).
A concludere in bellezza la presentazione del decennale saranno le dolci creazioni di Corrado Assenza, pasticcere siciliano presente nella sezione Dossier Dessert di “Identità Golose”. Assenza proporrà un gelato dal nome evocativo: “Il profumo diventa cibo – un’oliva ghiacciata, un piccante croccante, un profumo in crosta”, dedicato all’extravergine ma anche alla Sicilia, sua terra d’origine e regione ospite della X Settimana dell’Olio.
A rappresentare l’isola e le sue produzioni d’eccellenza prodotti, alla conferenza stampa, ci sarà l’on. Innocenzo Leontini, assessore all’Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana.
E sarà ancora uno chef siciliano ad essere premiato durante l’evento a Siena. A Ciccio Sultano, uno degli chef presenti ad “Identità Golose”, verrà consegnato il premio Ampolla d’oro, riconoscimento dedicato alle personalità che nei diversi campi di applicazione si sono distinti per la promozione dell’extravergine di qualità.
Siena e i locali dell’Enoteca Italiana nella cinquecentesca Fortezza Medicea saranno il cuore dei festeggiamenti per il decennale, che si svolgeranno durante il fine settimana del 18 e 19 febbraio 2006. Iniziative di assaggio, momenti di divulgazione sulla cultura dell’olio e sulle tecniche di degustazione verranno organizzati oltre che a Siena anche a Roma all’International Wine Academy e Milano a Palazzo Affari e Giureconsulti e a Ragusa. A Siena si terrà una piccola anteprima dell’evento e già dall’11 febbraio si potrà assaggiare l’extravergine di qualità del paese con i Carrelli dell’olio. Per tutto il mese di febbraio inoltre nelle Enoteche pubbliche saranno organizzati particolari appuntamenti di assaggio con l’extravergine di tutta Italia.

FONTE: Assessorato Agricoltura e Foreste

L’ISMEA CONFERMA L’OTTIMA QUALITA’ DELL’OLIO SICILIANO

La nuova produzione di olio vegetale, in Sicilia, continua a essere di ottima qualita’. La stima proviene da ricerche dell’Ismea e si riferisce alla settimana compresa fra il 12 e il 18 dicembre.
Secondo l’istituto, nell’Isola si sono registrate limitate attivita’ di scambio a causa della scarsa attivita’ della domanda, soprattutto nel trapanese. Le quotazioni dell’extra vergine e del lampante sono risultate stabili rispetto a quanto rilevato in precedenza. Dal punto di vista qualitativo la nuova produzione continua a rilevare, secondo l’Ismea, ‘ottimi standard’.

FONTE: Ansa

DUE PRODUZIONI SICILIANE ENTRANO NELLA TOP 15

Sono due gli oli extravergine siciliani che fanno parte della ‘top 15′, la classifica delle piu’ interessanti realta’ del comparto oleario, riconosciute come migliori interpreti tra le produzioni olivicole mondiali.
La classifica delle etichette, premiate qualche giorno fa a Roma, e’ stata stilata dalla Guida ai migliori oli del mondo di qualita’ accertata, curata da Marco Oreggia, uno tra i maggiori esperti del settore elaiotecnico mondiale e pubblicata da Cucina & Vini Editrice. Le etichette siciliane entrate nella speciale classifica sono l’olio dell’azienda agricola Lombardo, di Campobello di Mazara (Trapani), premiato come migliore olio extravergine di oliva monovarietale e quello dell’azienda agricola D’Ali’, con terreni a Castelvetrano che ha vinto per la categoria fruttato medio. Nella top 15 della guida, alla sesta edizione, compaiono etichette di Sudafrica, Cile, Argentina, Spagna, Marocco e Grecia. Nella pubblicazione vengono recensiti 459 oli, selezionati dopo circa tremila assaggi e considerati l’eccellenza delle produzioni mondiali.

FONTE: Ansa

BUONE NOTIZIE IN SETTEMBRE

PALERMO, 11 NOV – Il mercato dell’ olio di oliva in Sicilia nella prima settimana di settembre si e’ caratterizzato da una generale stabilita’ delle quotazioni.
Secondo stime dell’Ismea, dal punto di vista qualitativo la nuova produzione risulta ottima. Il mercato delle olive da olio risulta stabile con prezzi variabili tra 0,38 e 0,43 euro/kg, a seconda della varieta’.

FONTE: ANSA

Le tradizioni dell’olio

La pianta dell’olivo è originaria delle regioni a nord-est del Mar Caspi, ma è molto presente nei Paesi del bacino del Mediterraneo, soprattutto nelle fasce collinari e montane presenti nelle zone costiere, e sa adattarsi anche ad altre zone a patto di trovare il giusto grado di irrigazione e dei terreni idonei.

Alcuni riferimenti biblici e particolari documenti storici come il Codice Babilonese Hammurabi fanno pensare che l’olivo ha delle origini antichissime.
La sua diffusione in Sicilia ha subito fasi alterne in base alle varie dominazioni che l’isola ha vissuto. Fu soprattutto sotto la Dominazione Spagnola che tale settore raggiunse in Sicilia il suo momento d’oro. I Monaci Benedettini e Cistercensi portaronoi in tale settore delle importanti innovazioniriguardanti soprattutto la diffusione dei frantoi, utilissimi strumenti di lavorazione ancora oggi molto presenti nell’isola.
L’importanza dell’olivo si può ammirare sia dal punto di vista commerciale, visto che nell’antichità l’olio è stato considerato una preziosa merce di scambio e che la coltivazione dell’olivo è sempre una costante nella storia agricola di vari Paesi o Regioni come la Sicilia in cui è presente, che spirituale, visto che tale prodotto è entrato a pieno titolo in vari rituali religiosi non solo cristiani. Il ruolo religioso assunto della pianta ha delle radici antichissime. A tal proposito basti pensare che la festa tebana “Dafnoforia” dedicata ad Apollo prevedeva una processione al tempio dedicato alla divinità portando con sè un ramo d’ulivo arricchito da delle decorazioni di alloro e da nastri.
Per la religione cristiana, inoltre, l’olio svolge un ruolo importantissimo. A tal proposito si possono citare “l’olio degli infermi” utilizzato per dare l’estrema unzione e “l’olio dei catecumeni” utilizzato per ungere le mani di chi sta per esser ordinato sacerdote. Sempre per la religione cristiana, l’olivo è un simbolo di pace e di festa ed è associato a varie processioni tra le quali spicca senz’altro quella della Domenica delle Palme, uno dei momenti cruciali della Pasqua Cristiana.
Successivo aspetto della pianta è quello di simboleggiare la prosperità, aspetto degnamente valorizzato anche dall’arte. Un esempio di quanto detto è che la pianta è rappresentata nei mosaici di Piazza Armerina (En). Il rispetto delle tradizioni in questo settore si vede innanzi tutto nei sistemi di lavorazione che utilizzano gli stessi strumenti dalle millenarie origini, naturalmente migliorati grazie alle innovazioni tecniche ma sostanzialmente gli stessi. Un altro esempio del rispetto delle antiche tradizioni si trova nell’utilizzo di nomi antiche per denominare gli utensili legati a tale produzione.
Si ha così che la “Giarra” è il recipiente utilizzato per contenere l’olio, la “Burnia” è il tipico vaso d’argilla cotta che conserva le olive ed il “Tumminu” è la specifica unità di misura per le olive. La terminologia dal sapore antico e popolare tipica di tale settore trova altre esemplificazioni, ad esempio, per definire gli operai dell’oliveto e le varie fasi di lavorazione. Avremo, così, che la “chiurma” è il complesso di operai ingaggiati durante le fasi di lavorazione più operose come la raccolta ed i turni per la macinazione e che “‘u trappitu” è l’importantissimo frantoio utilizzato per estrarre l’olio. Infine, la squadra che si occupa della macinazione delle olive vede la presenza del “mastru ri chianca”, cioè del coordinatore della squadra, e del “tira in punta” che ha il compito di occuparsi di viti ed argano. La squadra è completata dall’addetto alla macina e dell’aiutante che si occupa della pesatura delle olive, cioè della “scuffata”. Il mondo dell’olio è degnamente rappresentato in Sicilia, ad esempio, dal Museo dell’olio presente a Chiaramonte Gulfi (Rg). Il Museo è suddiviso in sette sale ed un cortile. I vari ambienti presentano gli utensili legati a questa particolare e tradizionale lavorazione, a partire da quelli monumentali come una pressa per l’olio realizzata in ferro e risalente alla fine del 1800 ed una macina in miniatura, cioè lo strumento costituito da due grandi pietre circolari e ravvicinate che macinano le olive poste nel mortaio. Il Museo preserva, inoltre, anche gli utensili più piccoli ma sempre di una sicura importanza come i “cafisi”, cioè le misure di capacità per l’olio, e le canne per l’abbacchiatura delle olive.

OLI DI SICILIA

Fra tradizione e cultura, miti e realtà, poesia e sacralità la rinascita dell’anima della cucina mediterranea è nel cuore del Mediterraneo.

E’ ormai accertato che la coltivazione dell’olivo risale almeno a 6.000 anni fa. Proveniente dalla Siria, si diffuse, grazie a popolazioni quali Egizi, Fenici e Greci, dal fronte mediorientale a tutto il bacino del Mediterraneo.

Nella penisola italica furono i coloni greci (nel 500 a.C.) che con ogni probabilità piantarono oliveti in quei fertili territori un tempo chiamati Magna Grecia: le coste della Puglia, della Calabria, della Campania e soprattutto quelle della Sicilia.

E proprio quest’ultima regione in particolare ha rappresentato una tappa storica fondamentale per lo sviluppo dell’olivicoltura nazionale.

Dop Mazara Planeta

Attualmente la Sicilia, con oltre 153mila ettari di superficie olivetata e una produzione di circa 654 mila quintali (stime Ismea 1999), rappresenta il 10,3 per cento del totale nazionale, collocandosi al terzo posto dopo la Puglia e la Calabria. Terza a livello nazionale come produzione, ma sicuramente prima realtà emergente dal punto di vista qualitativo degli oli vergini.

I continui exploit realizzati da nuove ed emergenti produzioni nei concorsi nazionali e internazionali, testimoniano le notevoli potenzialità di questa incredibile terra ad alta vocazione.

Oggi più che mai il settore olivicolo costituisce un comparto di primaria importanza per l’agricoltura di questa regione, (e per buona parte delle sue province), tanto da orientare le istituzioni regionali a richiedere all’Unione europea i riconoscimenti delle Denominazioni di Origine Protetta (Dop).

Sei le richieste: “Monti Iblei” (Ragusa, Siracusa e Catania), “Valli Trapanesi” (Trapani) già riconosciute, “Monte Etna” (Catania), “Val di Mazara” (Palermo, Agrigento), “Valdemone” (Messina) e “Valle del Belice” (Trapani) attualmente all’esame della Commissione europea