L’uva di Herat e altre delizie storie di ordinaria biodiversità

Sono arrivati tutti assieme da un capo all’altro del mondo. Una specie di «quarto stato» dell’agricoltura mondiale: contadini, pescatori, artigiani del cibo. Ma accanto a loro ci sono anche i cultori del astronomicamente raro che in Occidente è un business in crescita. Per la prima volta a Torino, alla prima edizione di Terra Madre (traduzione del termine Pachamama, usato dagli indiani quechua per indicare il valore spirituale della terra), potranno incontrarsi e dialogare.
Si cucineranno assieme le storie dei grandi gastronomi mondiali e le vite di chi si è speso direttamente sui campi per salvare con le proprie mani i sapori che rischiano di scomparire per sempre.
E non sarà solo un incontro formale o un meetig lavorativo. I ledear mondiali delle comunità del cibo troveranno alloggio in casa dei produttori di fontina della Val d’Aosta e dei vignaioli piemontesi. I pescatori del Senegal verranno ospitati dai pescatori liguri. Le donne della cooperativa Amal, che in Marocco è riuscita a compiere il miracolo di recuperare l’olio di argan, con il suo sottile retrogusto e i suoi molteplici impieghi, racconteranno la loro esperienza di lavoro laico e tradizionalista dal punto di vista gastronomico ma non certo religioso in un paese musulmano che vive un momento critico.

Antonio Cianciullo

“La Repubblica” 19 Ottobre 2004

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