I vini Cusumano portano la Sicilia in tutto il mondo

VINI CUSUMANO

Più che una buona dose di curiosità, occorre tempo. Parecchio tempo. Perché i vigneti dell’Azienda Cusumano sono distribuiti per oltre 400 ettari su un territorio vasto – e direi tra i più suggestivi della Sicilia – dove trovavano dimora le varie uve, tutte all’insegna del più felice connubio con i caratteri pedoclimatici dell’ambiente.
Si va così da Salemi ad Alcamo, da Piana degli Albanesi Monreale, da Butera a Partinico, dove ha sede la nuova cantina con la sua straordinaria barricaia interrata. Un felice esempio di architettura mediterranea, fra i più recenti traguardi di un’azienda che ha saputo imporre la sicura identità dei vini di Sicilia in tutto il mondo.
Perché Cusumano ha portato l’Alcamo, l’Insolia e il Nero d’Avola (per non dire del Benuara, del Cubìa e del Sàgana) ben oltre i tradizionali mercati esteri, vale a dire Repubblica domenicana, Nuova Zelanda, Emirati Arabi, Australia, Cina. Un’operazione portata avanti con la più efficace strategia: quella di esaltare lo stretto rapporto fra una terra di antica civiltà e la sapienza della sua gente nel far vino, da sempre.
Un legame che ha costruito intorno alla bottiglia una storia millenaria, dai Greci a Roma, capace di suscitare quell’ondata di emozioni che le immagini della Sicilia e dei suoi vigneti sanno rendere vive e palpitanti. Eppure si tratta di un’azienda che non conta ancora mezzo secolo e che come tante in Sicilia (ma direi in tutto il mondo) ha cominciato col produrre e vendere vino sfuso.
Anche se con una scelta rigorosa fin dall’origine: offrire il miglior Alcamo o Nero d’Avola su piazza, a costo di guadagnare qualcosa in meno rispetto alla concorrenza. Questa è stata da sempre la politica di Francesco Cusumano, che alla qualità dei suoi vini ha dedicato un’intera vita. A partire degli anni Novanta al suo impegno si è aggiunto quello dei figli, Alberto e Diego, e il ricambio generazionale ha impresso una decisa accelerazione all’azienda.
A cominciare dall’integrazione e dal rinnovamento dei vigneti, fino ai nuovi impianti per la vinificazione, all’acquisto di nuove tenute, alla presenza di due enologi, il piemontese Mario Ronco e il siciliano Giuseppe Clemente, ai quali si deve, meno di dieci anni fa, l’affermazione dei primi vini Cusumano, oggi presenti in ben 35 Paesi. Come sempre, la selezione è partita dai vigneti. “Siamo al servizio della natura, dicono i fratelli Cusumano.
La tecnologia più avanzata va di volta in volta adattata alle caratteristiche delle varie uve, per esaltare la qualità senza inutili forzature. E questo è possibile grazie al frazionamento dei nostri vigneti. Per cui l’Insolia è allevata nella zona di Salemi, mentre lo Chardonnay a Ficuzza, vicino a Piana degli Albanesi, e il Nero d’Avola addirittura in tre diverse zone, ognuna con le sue peculiarità, da Riesi a Pachino”. 400 ettari variamente ubicati consentono di poter disporre di un ampio ventaglio di uve e quindi di produrre due linee di vini.
La prima, in purezza, costituita da vitigni autoctoni, (Alcamo, Insolia, Nero D’Avola, Merlot, Syrah) e la seconda dal sapiente uvaggio di vitigni tutti presenti sul territorio. E qui la fantasia dei Cusumano ha ceduto il passo alle denominazioni, antiche e locali, con cui vengono identificate le aree dei vari vigneti. Così angimbè (dal nome del bosco vicino), nasce dal 70% di Insolia e il 30 di Chardonnay, macerazione a freddo delle bucce e permanenza in acciaio sulle fecce per quattro mesi. Poi affinamento in bottiglia.
Seguono Benuara (con riferimento alla c.da dove cresce un piccolo fiore rosso, tipicamente mediterraneo) a base di Nero d’Avola 70% e Syrah; Cubia (suggerito dalle sorgenti termali della zona) con Insolita 100% di Piana degli Albanesi. E ancora: Sàgana (dal nome delle celle sotterranee in cui venivano conservati i Rossi) con Nero D’Avola in purezza, della zona di Bufera; Jalè e Noà, il primo a base di Chardonnay 100%, e il secondo da un uvaggio di Nero D’Avola, Cabernet Sauvignon e Merlot, provenienti da Bufera, Monreale e Salemi.
Come si vede, siamo di fronte a una geografia di vigneti, prima ancora che ad una larga proposta di vini, tutti autenticamente legati al territorio. Ma Cusumano significa anche grappa, con sistema di distillazione discontinua, impianto a caldaiette in rame a vapore e dieci mesi di affinamento. Le vinacce sono quelle classiche: Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon, Merlot. E olio extravergine ottenuto da olive Nocellara del Belice, raccolte a mano e macinate a freddo. Due prodotti che affianco al vino confermano quanto sia profondo e sentito l’amore per la terra dei Cusumano.

Terre Del Vino Maggio 2009

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