Vino, scatta il «pronto intervento»

Una prima «boccata d’ossigeno» per i viticoltori del Sud alle prese con la crisi. Dopo l’accordo siglato nei giorni scorsi in Puglia, la scorsa settimana, il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, ha portato in Consiglio dei ministri il decreto legge che codifica gli accordi di filiera come via d’uscita alla crisi vitivinicola. Il provvedimento varato dal Governo, disciplina interventi urgenti nel settore agricolo e per il contrasto dei fenomeni speculativi al consumo.

E proprio per fronteggiare la crisi nel settore vitivinicolo prevede l’estensione anche alle altre Regioni che ne facciano richiesta degli stessi strumenti attivati nei giorni scorsi in Puglia.

E non si è fatta attendere la domanda della Regione Sicilia che – come annunciato subito dopo al Consiglio dei ministri dal presidente della Regione, Salvatore Cuffaro – ha già stipulato il proprio accordo fra produttori e cantine per il ritiro della materia prima. «Il decreto approvato – ha spiegato Cuffaro – dà una mano agli agricoltori, pur non essendo la soluzione a tutti i problemi.

Venti centesimi, tanto costa ormai un litro di vino – ha sottolineato il presidente della Regione – meno di un litro di acqua.
Cifre che testimoniano come a fronte di una viticoltura che sta andando bene ve ne sia una in difficoltà». Col decreto è stata quindi estesa la possibilità di stipulare intese sulla falsariga di quella realizzata in Puglia e con la quale è stato fissato a quota 17 euro a quintale il prezzo per i ritiri delle uve da vino.

L’accordo ha inoltre previsto un contributo di 1,5 euro a quintale a carico dello stesso Mipaf per coprire le spese di trasporto. I contributi, secondo quanto ribadito nel decreto varato dal Governo, saranno erogati dal ministero per le Politiche agricole con la formula del «de minimis» ovvero il regime varato da Bruxelles lo scorso anno, per gli aiuti di Stato che è possibile erogare senza la preventiva notifica alla Commissione europea. Il sistema degli aiuti «de minimis» è stato di recente attivato per il settore della pesca (all’interno di un tetto nazionale fissato in circa 9 milioni di euro in tre anni) per fronteggiare l’emergenza-gasolio. Per quanto riguarda, invece, l’agricoltura gli aiuti «de minimis» potranno essere erogati nel limite dei 3mila euro per singolo produttore e rispettando il tetto nazionale di spesa fissato in 130 milioni di euro in tre anni.

Nel provvedimento definito dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi viene anche chiarito che «criteri, limiti e modalità per l’attuazione dell’intervento sono via via definiti con decreto del ministero delle Politiche agricole. Sotto il profilo finanziario si stima che gli interventi assorbiranno una cifra di circa 90 milioni di euro. «In particolare – spiegano al Mipaf – 80,4 milioni saranno destinati a fronteggiare le difficoltà del settore vitivinicolo mentre altri 9,6 riguarderanno l’uva da tavola». Lo stesso provvedimento che definisce il paracadute per i produttori di uva da vino, autorizza anche Agea a ritirare dal mercato un quantitativo massimo di 800mila quintali di uva da tavola.

Quantitativi che dovranno poi essere trasformati in succhi da utilizzare nell’ambito degli aiuti alimentari erogati a Paesi in via di sviluppo. «Il provvedimento – ha detto il ministro Alemanno – servirà a rafforzare l’agricoltura “contrattualizzata”, garantire un reddito accettabile ai produttori e ridurre il peso degli intermediari e dei fenomeni speculativi nel settore». Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro per il Mezzogiorno, Gianfranco Micciché, mentre critiche sono venute dalla Cia. Secondo l’organizzazione agricola «gli stanziamenti del Governo appaiono insufficienti e tardivi e non bastano per risolvere la crisi.

Occorrono invece politiche mirate e una programmazione che sono finora mancate». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la senatrice dei Verdi, Loredana De Petris. «Oggi il pomodoro e l’uva, ieri l’ortofrutta e il latte, domani forse l’olio d’oliva. Il Governo – ha detto la De Petris – insiste a inseguire le emergenze del settore agricolo, senza una strategia che consenta di ridare competitività a un settore strategico della nostra economia e affrontare i nodi cruciali del rapporto fra produttori, trasformatori e Grande distribuzione».

GIORGIO DELL’OREFICE

24 ORE AGRICOLTURA 9 Settembre 2005

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