I VINI SICILIANI INVECCHIANO CON GRANDE DIGNITA’

Non solo Marsala, Passito e Moscato, ma anche i vini da uve Syrah, Nero d’Avola e i bianchi Inzolia e Chardonnay, mantengono la loro freschezza e migliorano con l’invecchiamento.

Dalle uve zibibbo di Pantelleria al Cerasuolo di Vittoria ai bianchi della Valle dell’Acate tra Caltanissetta e Ragusa, sono molti i vini siciliani, imbottigliati dal 1997 al 2003, che possono essere stappati fino al 2010 esprimendo tutto il loro sapore e odore. Tra gli ottanta vini siciliani da invecchiamento assaggiati, il giornalista ed esperto Christian Eder della rivista Vinum ne ha selezionati 54, che sprigionano le loro migliori qualità se bevuti fra 3-4 anni.

Nei classici vini da dessert, ottimi anche come aperitivo se serviti freddi, spiccano il Passito di Pantelleria Ben Rye’ 2003 di Donnafugata, i Marsala Vergine ”Terre Arse 1993” e ”Baglio Florio 1992” delle cantine Florio. Straordinaria anche la resa dei vini rossi siciliani, tra i quali Eder ne ha selezionati ben 34. Sia i vitigni autoctoni sia le varieta’ internazionali raggiungono alti punteggi nella degustazione e daranno ancora migliori risultati se stappati dopo il 2006. Tra i primi nessuna sorpresa.

A farla da padrone restano il Mille e una notte 2001 di Donnafugata, il ”Duca Enrico 2000” di Duca di Salaparuta e il ”Sole dei Padri 2002” di Principi di Spadafora. Per i bianchi Eder ha osservato come raramente i vitigni autoctoni mantengano le loro caratteristiche nel tempo, fatta eccezione per le uve delle pendici dell’Etna come la ”Bianca di Valguarnera 2001” di Duca di Salaparuta . Le cuvee di Chardonnay resistono invece anche fino al 2010 e il migliore resta lo ”Chardonnay 2003” di Planeta

ANSA

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