L’antico Mondo della pesca del pescespada

L’antico Mondo della pesca del pescespada

“…chissa è nà storia d’un pisci spada storia d’amuri…te pigghiara la fimminedda drittu drittu intra lu cori…e la varca la strascinava…e lu sangu mi curria e lu masculu chiancia…e lu masculu parria ‘mpazzutu…rispunnia la fimminedda cu nu filo e filu è vuci scappa, scappa ammuri miu cà si no t’accitunu…”

Pescespada

Quelle sopra sono le parole celebri della canzone U Pisci Spada di Domenico Modugno, ovvero il pianto più amaro, lo strazio del cuore nel distacco atroce, che dipinge l’antica pratica di pesca del pesce spada diffusa in particolare nello stretto di Messina, tra i venti di Sicilia e i vortici di Cariddi.
La tranquilla attesa dell’equipaggio è rotta all’improvviso dall’avvistamento dell’animale, che ignaro del suo fatale destino, nuota pigramente cullando il suo sogno d’amore.
Inseguito dall’imbarcazione e, non appena sotto tiro, dalla passarella della feluca, il lanzaturi (lanciatore) lancia l’arpione nella speranza che il mortale attrezzo penetri nella preda, rinnovando un rito millenario che gli antichi pescatori messinesi salutavano con una formula magica. La tradizione sta per rinnovarsi: la stagione della pesca inizia a primavera inoltrata.
Dal mese di aprile, fino ai primi giorni di giugno, il pesce spada arriva nello stretto di Messina, costeggiando la Calabria tirrenica meridionale, dove le acque si scaldano prima che altrove.
Dopo il periodo di riproduzione, tra giugno e luglio, torna verso nord, lungo la costa messinese. Non a caso la caccia inizia da metà aprile fino a giugno sulla costa calabra e da luglio a settembre sulla sponda siciliana.
In questi mesi dal mare si sentono arrivare le voci dei pescatori: “Va iusu, tuttu paru camora. Va susu, voca fora, voce ‘nterra!” (verso sopra, sempre dritto per adesso. Verso sopra, rema verso il mare aperto, rema verso terra!) che a bordo delle loro feluche inseguono il prelibato animale, piccola fonte di ricchezza dell’economia locale.
Un progetto chiamato Spaday, a cura della Provincia Regionale di Messina e della Regione Siciliana ha inteso attirare l’attenzione sul mondo marinaro in profonda trasformazione, e sul settore della pesca che contribuisce per circa l’1% al PIL dell’Europa allargata. Inoltre, secondo i dati Istat 2005, la Sicilia detiene il 21% della produzione nazionale con 56.231 tonnellate su un totale di 268.368. Per sottoporre ai riflettori dei media, degli addetti ai lavori e del mondo politico l’importanza di una tradizione da tutelare e rilanciare, andando incontro alle crescenti problematiche degli ultimi pescatori di pescespada di Ganzirri e di Capo Peloro, dallo scorso mese di gennaio è attiva l’associazione Pescatori sullo Stretto, con già 40 aderenti, che unisce idealmente Sicilia e Cariddi con l’obiettivo di far fronte al futuro ed alle molte problematiche legate alla vita in mare.

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