Avanti tutta con la fantasia gastonomica – 1° Sagra della Vastedda

Sagra della Vastedda. Dopo il recente riconoscimento della DOP della Vastedda Valle del Belice (l’unico formaggio di pecora a pasta filata, fresco, caratterizzato dal retrogusto che lo rende gradevole, prodotto ancora artigianalmente), il Consorzio di tutela e l’ARAS di Agrigento, col sostegno dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste e del Comune di Menfi, hanno organizzato una manifestazione che rilanci questo prodotto mediante la diffusione di nuove e particolari ricette della gastronomia locale.
L’iniziativa si è svolta il 26 gennaio al Centro Polivalente del comune belicino ed ha registrato la presenza di personalità che hanno volentieri accettato l’invito di degustare i piatti proposti da e presentati da ben sei chef noti ristoranti della zona.
Dagli spaghetti al Pistacchio spolverati con la Vastedda al pesce nel tortino dell’imperatrice, dalle tagliatelle con frutta secca, insieme con le zucchine e la salsiccia, con la bottarga e con i carciofi, in un ventaglio di crespelle con verdure golose su letto di fonduta, in un cestino con della cioccolata fondente, persino allo spiedino con della frutta fresca, la Vastedda sta bene.
Provare per credere! Mario Liberto dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste ha condotto la degustazione improvvisandosi abile intrattenitore. Le note musicali e i canti di un gruppo folk siciliano hanno reso ancora più gradevole l’incontro a tavola. Nel pomeriggio sono seguite la prova dimostrativa di preparazione della Vastedda a cura del Consorzio di Tutela dello stesso Formaggio e, a sera, la degustazione giudata di alcuni formaggi tipici siciliani in abbinamento coi vini della nostra terra. Persino la grappa ha trovato un suo spazio per gemellarsi con la Vastedda.
“Per diffondere il consumo di questo formaggio che rappresenta un pezzo di storia, di tradizione e di cultura agrigentina – ha dichiarato il presidente dell’ARAS Armando Bronzino – si sta facendo il possibile, come avviene anche per gli altri prodotti DOP. Le quattro DOP siciliane – ha aggiunto – sono il punto di partenza – non di arrivo nel mondo allevatoriale.
Ora bisogna dare massimo vigore alla commercializzazione , garantendo la certificazione di filiera. Iniziative come queste, ben mirate al gusto, valgono più di tante parole”. “Siamo ottimisti sul futuro di questa attività casearia legata al territorio – ha aggiunto il prof. Massimo Todaro, presidente del Consorzio di Tutela della Vastedda -. Produttori e consumatori, ognuno per la propria parte, stanno comprendendo sempre più il valore di questa risorsa”.
“Il pani e tumazzu, ma non solo col pane: il formaggio – ha osservato Mario Liberto – è sempre presente nella dieta mediterranea, talvolta sobria e frugale ma di buona sostanza. Anche un canto popolare Sicilia Bedda, descrive il sole come una Vastedda. Il Consorzio di tutela l’ha adottato come inno della sagra”. “Ottima idea quella di coniugare i prodotti di eccellenza del territorio col turismo e la gastronomia – ha affermato il dr. Paolo Girgenti dell’Ass. Reg. Agricolture e Foreste -, ma occorre far passare questa logica da una grande operazione d’informazione che può avvenire, come in questo caso, da parte di ristoratori, degli stessi prodotti”, In tal senso il sindaco di S. Margherita, Giorgio M. ha annunciato di voler creare un raccordo tra le comunità belicine per dar forza ad un’azione comune di promozione gastronomica che comprenda la Vastedda.
Il Dr Stefano Sutera, responsabile dell’ARAS di Agrigento, non farà certo mancare la sua collaborazione per un raccordo tra i produttori ed il loro Consorzio e l’imprenditoria ristorativi o commerciali che sia. Il presidente del Consorzio provinciale Allevatori di Agrigento, Nino Santo Rigio, ha voluto ricordare che la Vastedda viene fuori dall’ingegno dei pastori, i quali, in un periodo dell’anno in cui non si produce in canestrato pecorini, il formaggio a pasta filata riesce a garantire il reddito all’allevamento, costituendo un rapporto significativo per l’economia del territorio.
L’allevatore Antonino Cancemi, di Partanna, ha offerto la propria testimonianza sull’esperienza caseraria della Vastedda, durante la quale ha affermato di aver involto diversi altri pastori nella pratica di produzione della Vastedda Valle del Belice. I caseifici della zona stanno lavorando bene e si stanno ampliando sempre più le richieste dei consumatori.

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