Guida dei Vini di Sicilia 2012

guida-vini-sicilia2012QUANDO SCEGLIERE DIVENTA FONDAMENTALE

La Guida dei vini di Sicilia  è uscita con il Giornale di Sicilia. Questo bellissimo e straordinario libro, nato per gli amanti del buon vino, è già in edicola e qui si trovano notizie su ben 50 etichette. In questo libro abbiamo non solo notizie sui vini siciliani, ma c’è in un certo qual modo tutto lo sforzo della Sicilia di investire sul vino, di recuperare la tradizione vinicola e di valorizzare al meglio il territorio.
La presentazione della Guida era stata fatta il 15 dicembre 2011 presso il Castello Utveggio di Palermo, sono stati consegnati i dieci super premi. Momento clou celebrato dai curatori della guida Fabrizio Carrera e Gianni Giardina che hanno consegnato il massimo riconoscimento a quei vini e personaggi rappresentanti del miglior spaccato della Sicilia del vino, per qualità e impegno. Ecco i dieci super premi e le motivazioni dei curatori: Miglior spumante: Brut Rosè 2008 – Scammacca del Murgo – Santa Venerina (Ct) Dal fitto e lungo perlage ci è piaciuto per i profumi finissimi di frutti di bosco. Di grande piacevolezza al palato, fruttato, fresco e sapido. Per noi è anche un campione di convenienza. Miglior bianco: Gibelè 2010 Zibibbo secco di Pellegrino – Marsala (Tp) Il bianco che vola più in alto di tutti, al naso sprigiona piacevolissimi profumi floreali che ricordano l’acacia, la pesca bianca e delicatissimi agrumi. Al palato una bella sapidità supportata da una vena acida che lo rende ancora più intrigante. Miglior rosso: Lusirà 2009 di Baglio del Cristo di Campobello – Campobello di Licata (Ag) È un vino che incanta per le sensazioni di frutta: prugna, ciliegia e note di marasca. Avvolgente e corposo, di raro equilibrio, sontuosità, piacevolezza. Con tannini morbidissimi. L’eleganza dei grandi vini. Miglior rosato: l’Osa! 2010 di Paolo Calì – Vittoria (Rg) Non è la tipologia più fortunata dei vini che si producono in Sicilia. Ma ogni anno abbiamo sempre trovato un’etichetta migliore delle altre. Un vino dai profumi di iris e violetta e dalla vivacità leggera, petillant direbbero i francesi. Croccante e aromatico. Miglior vino dolce: Ben Ryè 2009 di Donnafugata – Pantelleria (Tp) È uno dei vini siciliani più buoni in assoluto. Nelle varie annate si conferma un’etichetta da primato. Profumi irresistibili di albicocca e datteri, mai stucchevole. Grande persistenza. Legame col territorio fortissimo. Un classico del bere bene. Miglior vino nel rapporto qualità-prezzo: Calanica Frappato & Syrah 2010 di Duca di Salaparuta – Casteldaccia (Pa) Uno stile moderno che coniuga piacevolezza, eleganza e struttura. Che richiama il terroir e strizza l’occhio al mondo intero. In enoteca a poco più di cinque euro. Un biglietto da visita della Sicilia. Miglior azienda emergente: Tenuta Gatti di Nicolas Gatti – Librizzi (Me) Un po’ di attenzione perché questa cantina sta dando visibilità a un territorio con margini di crescita colossali. E i titolari lo sanno, tanto che stanno scommettendo tutto su quella fascia di terra che guarda il mar Tirreno. E con un risultato immediato: aver attirato i riflettori degli appassionati sempre in cerca di novità e di sorprese. Insomma, ne sentirete parlare. Miglior enologo: Salvatore Martinico. Se lo andate a trovare in qualche cantina non vi porta a vedere le botti e i fermentini. Ma il vigneto. Quasi un’ossessione. Se vi fa assaggiare qualche suo vino non vi dice quant’è buono ma che quello è il territorio. E con serena ostinazione e ottimi risultati sta stanando il volto profondo di tante realtà vitivinicole della Sicilia. Miglior rapporto cantina-territorio: Gulfi – Chiaramonte Gulfi (Rg) La vista sui vigneti è già un colpo d’occhio che vale il viaggio. Se poi vi avvicinate vedrete le piante fitte e sistemate in un disegno armonico e rigoroso come pochi. E a tenere tutto in riga i filari solo paletti di pino marittimo. Un dettaglio che ci dice molte cose. Squarci di paesaggio siciliano che vorremmo vedere più spesso. Vince il superpremio come miglior rapporto cantina-territorio. Miglior viticoltore: Giovanni Bonomo Guardategli il volto. Guardategli le mani. È un uomo della terra di quelli che piacciono a noi. E che sono i grandi custodi del vino e dei territori estremi. Aggiungete pure che lavora in un contesto geografico difficile. Dove la vigna va difesa dal vento e dal sole cocente. La sua uva è garanzia di qualità per tutti. Noi lo abbiamo voluto qui per il suo impegno e la sua esperienza.

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