La Sicilia presente al Cibus con maiali neri dei Nebrodi

MAIALE DEI NEBRODI

….. L’innovazione non riesce a competere però con il valore aggiunto della tradizione anche se contaminazioni inter-geografiche sono presenti. Ad esempio, nella patria del prosciutto San Daniele, quel prosciutto così buono da avere la particolarità di sciogliersi sulla lingua lasciando il suo mondo sulle papille, da qualche tempo usano i maiali neri dei Nebrodi. Accanto ai loro maiali tradizionali, hanno scelto di usare come materia prima maiali siciliani,quei robustissimi maiali neri dei Nebrodi la cui carne è ritenuta di ottima qualità.

Dai monti Nebrodi in Sicilia arrivano a San Daniele in Friuli cosce di maiale che poi vengono trattate col metodo San Daniele e diventano “signori prosciutti crudi” di cui non si può spiegare il sapore, bisogna semplicemente provarli. Così la Sicilia diventa fornitrice per prodotti “alto di gamma”, come si dice in marketing. Ma la Sicilia è presente in massa al Cibus e non poteva essere diversamente, vista la strenua speranza che l’accoppiata turismo/cibo possa dare una spinta alla ripresa economica isolana. Certo, anche qui la Sicilia è arrivata un po’ in ordine sparso, con stand “personali” di assessorati, di camere di commercio, di comuni e provincie, buttando in mare quella necessaria e virtuosa capacità di coordinamento di immagine e offerta di servizi che unica serve a competere nel mercato mondiale. Quasi 150 le aziende siciliane,di quasi tutte le province siciliane e che presentavano quanto di meglio la tradizione culinaria locale riesce a mettere in campo. Le conserve, la frutta, gli olii vini, i formaggi e piccole “riserve” di prodotti come, esempio, l’origano selvatico. Dalla provincia di Ragusa, 23 aziende in rappresentanza di 8 comuni iblei (Ragusa, Vittoria, Modica, Comiso, Scicli, Ispica, Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo) a presentare le eccellenze. Gli iblei, racchiusi dentro lo stand della Camera di Commercio, hanno offerto esempi di prodotti locali come il cioccolato – ovviamente – i biscotti, gli oli della collina. Stand a se quello della Moak di Modica che nei suoi obiettivi, tra l’altro già messi in cantiere, di entrare a pieno titolo nei mercati asiatici di Cina, Giappone, India, straboccanti di persone praticamente senza una sola tazzina di caffè consumato. Una concorrenza spietata. Se è vero che l’export è una delle speranze per risollevarsi dalla situazione di crisi, è anche vero che la stessa strategia (l’export) è l’obiettivo di tutti, dei 10.000 prodotti messi in mostra. Ecco allora che se le fiere possono avere un senso e la partecipazione una necessità, rispetto all’offerta siciliana ed iblea, manca una cosciente strategia di offerta che non sia il casuale “cesto” di prodotti o convegni e seminari in cui le parole si scontrano con la difficoltà meridionale di crescere. Maurizio La Micela

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